Dove il vino si racconta
C’è un vino che si ascolta: è quando il sapere del vino fluisce dalle pagine dei libri allineati sugli scaffali delle biblioteche, diventando dialogo e confronto di conoscenze diverse.
C’è il vino che si guarda: è il racconto attraverso le immagini, l’estetica e l’arte, da cui nascono momenti di contemplazione e riflessione.
L’Aula Magna della Scuola Enologica nasce come luogo dedicato alla trasmissione della cultura del vino, spazio di incontro tra docenti, esperti provenienti da ogni parte del mondo, operatori vitivinicoli e studenti. Eletta monumento nazionale, continua ad ospitare i momenti più importanti dei diversi percorsi di conoscenza e di formazione intrapresi dall’Istituto.
L’Aula venne affrescata nel 1924, in stile rinascimentale, da Antonio Maria Morera, che la dotò di un ricco apparato pittorico formato da quattordici dipinti. Ai miti classici di Dioniso e Orfeo, affrescati sulle pareti corte, si accompagna una serie di quadri allegorici che rappresentano, da sinistra a destra, l’amicizia, la forza, l’audacia, l’eloquenza, la fede, il conforto, la sapienza e la virtù, l’amore.
Queste allegorie non sono semplici riempitivi di maniera, bensì espressione di valori reali di cui la cultura del vino si fa nobile interprete, diventando così simbolo di civiltà.
Versetti biblici e massime dei poeti latini Virgilio e Orazio arricchiscono gli affreschi.